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I Marlene Kuntz festeggiano 25 anni sonici

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Anche i Marlene Kuntz non si sottraggono alla moda del momento, ovvero il revival degli anni 90: il gruppo piemontese, infatti, per celebrare i loro 25 anni di attività ed i 20 anni dall’uscita del primo disco “Catartica”, ha deciso, come hanno spiegato sul sito ufficiale, di fare un “gran regalo” ai loro fans.

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Il 16 settembre è infatti uscito l’ep “Pansonica”, non una mera “deluxe version con riempitivi di b-side e rarità assortite (cosa peraltro consueta e lecita): c’è di più. C’è un sacco di creatività, c’è un sound che spacca i culi, c’è tiro, ci sono canzoni inedite”.

E non si può dire che non abbiano detto la verità: i sette pezzi di “Pansonica” sono stati scritti subito dopo la pubblicazione di “Catartica” e presentano quelle sonorità serrate, cattive e violente che tanti di noi colpirono nel 1994.

Il titolo non ha bisogno di molte spiegazioni: “Sonica” è, infatti, il pezzo di “Catartica” più amato dai fans, forse più della ballad “Nuotando nell’aria”. A quel titolo è stato aggiunto pan, il tutto, a comporre una parola che, sempre per usare le parole presenti sul loro sito, indichi “il tutto, del suono, col suono, nel suono”.

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Il primo brano detta subito le linee dell’intero lavoro: “Sig. Niente” è noise rock allo stato puro, dalla ritmica sincopata e dal testo urlato, mentre gli arpeggi introduttivi di “Parti” richiamano quelli di “Canzone di domani” o di “Merry X-mas” e quando Godano attacca a cantare “quando esplode? Quando cazzo esplode?” la mente vola subito ad immaginarne la versione live.

Sotto la luna” è stato scelto come singolo e narra, come dice lo stesso Godano di “un uomo alle prese con lo sbandamento della fine di un amore, che “vaga per la notte, sperando nel conforto di un amico con cui potersi sfogare, e vaneggiando di poter far tornare indietro il tempo a quegli istanti della notte precedente in cui il disastro si stava per compiere, per fermarlo e modificarne l’esito”.

Ruggine” è un brano dal suono metallico e scarno, mentre “Donna L” era già presente (in una brutale versione live) nell’ep “Come di sdegno” del 1998: resta, ancora oggi, uno dei miei pezzi preferiti degli anni 90, grazie a quelle schitarrate a mille all’ora e quel testo che sembra incitare alla fuga dalla grigia provincia piemontese.

Oblio” è il brano che più si avvicina gli ultimi, più melodici, Marlene, mentre “Capello lungo” è una vera chicca, in quanto la parte musicale è stata scritta da Tesio e Bergia trent’anni fa, prima dell’incontro con Godano e si basa su un riff monotono, che richiama i Nirvana di Bleach.

Alla fine dell’ascolto non resta che ringraziare i Marlene per l’inatteso e graditissimo regalo ed aspettare che i pezzi esplodano (insieme a quelli di Catartica) in tutta la loro potenza anche nell’imminente tour.

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