la sapienza, dal torino film festival
LA SAPIENZA va ‘caldamente’ in scena, con una ricercata ‘algida’ recitazione, preziosa e stimolante inclusa e idealmente legata dal regista ad una voluta, sofisticata, misteriosa “Trama filmica” di successo insita nell’omonima Opera non passata inosservata al Torino Film Festival.
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di Antonino Freni
Ormai giunto al 32° anno, il ‘TFF’ nato quasi come una scommessa in funzione sperimentale: divenuto adulto e ben costruito e progettato si impone negli “Screen-Line” di tutto il mondo.
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Va in Scena così ad opera del regista Eugènè Green, nel nome: come direbbero i ‘Latinos’: Eugenetica e Verde scendono in campo ed è subito successo, naturalmente occorre precisare per eugenetica – unicamente – il miglior senso positivistico del termine, scevro da qualunque strumentalizzazione. Oggi, così: possiamo gustarci come recita la locandina anche un delizioso ed enigmatico Film passato dalla “Viennale” austriaca -. L’orgoglio ci stimola e sostiene con queste grandi premesse nella Production della “SARRAZ Pictures” che ‘mymovie.it‘ definisce: “Un percorso guidato dall’amore che restituisce speranza” passando sobriamente: – come dice Ludovico Succio nella sua esauriente ed appropriata presentazione – da Vladivostok, Abu Dhabi e dalla vicina Locarno, non disdegnando New York, Londra, Montreal e la lontana Vancouver.
“Chi si è mostrato prepotente nella vita, chi ha usato la frode per ingannare, chi è stato avido e rapace…” ed aggiungo: nulla di buono potrà insegnare: ed è indegno di governare i popoli.
La Sapienza ‘insta’ racchiusa in piccoli accorgimenti: (…) Il bene e il male sono fabbricati dagli occhi e dalla bocca dell’uomo e dalla sua manualità. Coi cinque sensi o meglio, con i sei sensi scaturiscono ingegno ed arte che appropriano una acquisita sap(i)enza. Il ‘Contenitore‘ non vuole più occupare solo uno spazio: il contenuto vuole necessariamente ‘rilevare’ la Luce. Luce non più effimera; Luce gagliarda per illuminare le menti e gli artisti. E, “Fiat Lux” oggi ne abbiamo ancora più bisogno, altro che ‘FCA’ che oltretutto suona male e ‘snatura’. La già ex-Fiat Mirafiori se traesse spunto da un Film che degnamente la ritrae potrebbe ri-localizzando: ri-aprire i suoi battenti ripristinando luoghi e professioni che hanno fatto grande Torino e l’Italia intera. Chi di dovere volesse cogliere la provocazione: lo faccia. Si porrebbe fine allo sfacelo industriale italiano e Maestranze di tutto rispetto e il relativo ‘indotto’ apporterebbe benessere economico all’Italia intera. L’Uomo quindi nella sua completa armoniosa organica esistenza è già sin dalla nascita una “Poderosa – belli-cosa – pugnace ‘Arma‘” benefica; in contrapposizione alle guerre dilaganti, se solo usasse e mettesse in atto con ogni ‘co-azione’ diretta la ‘Summa‘ “con–sapienziale” e conseguente più elementare conoscenza dei fondamentali della Vita.
Dopo una sottile disquisizione sull’Opera del Borromini e di altri consimili Giganti dell’architettura mai andata in declino e sempre trionfante in quel di Torino e numerose altre città italiane si dipana la ‘matassa’ della Sapienza.
Il giovane Ludovico Succio – nostro conterraneo – astro nascente, come un novello Di Caprio, nell’Opera in questione veste le ‘ vestigia’ di Goffredo. Questo promettente attore, presente in una delle tante proiezioni spiega con ‘ben–ferma‘ curanza e curatela il meccanismo ispiratore della pellicola. Per inciso la ‘classica pellicola’ è ormai scomparsa come secolare ‘Pizza’: costosa e voluminosa rispetto ai ‘gadget’ odierni e anche per la più costosa produzione e per i relativi necessari smistamenti e trasferimenti nella e per la distribuzione. Anche al Cinema la Sapienza tecnicistica si relega e ci riporta al “CD” internettiano di rapida voltura e circolazione.
Curare “quinci-quinci…” passo – passo e quindi? “Qui”: o meglio il “Doku” come altro impegno artistico intende mostrare gli interessi dei posteri mettendoci in proprio la faccia sicuri senza tema di essere smentito. Il filmino “QUI” o meglio il ‘Docu‘ – Mact’ di Daniele Gaglianone ne dà ulteriore conferma. “No Tav – No Ponte – No F-35 i temi inerenti o accostati o accostabili per i costi esorbitanti e per i risultati non specularmente favorevoli e viste le inutilità e i danni che potrebbero ( sembra essere ormai accertato ed accettato ) arrecare cerca volutamente ed esclusivamente di far riflettere. O, almeno ( ci venga concesso ) riflettere sugli interi progetti. Tutto sembra voler dire che il tutto divenga e sia o è effettivamente ‘annuncite e ‘slides poco convincenti’. Il vecchio sacro contadino oberato da impegni che lo vedevano all’opera fin dal primo sorgere del sole e sin dopo oltre il suo calar: aiutato dalla esperienza quotidiana ‘in itinere‘ riusciva a soddisfare la propria sete di conoscenza con le propizie fortune e le inevitabili ‘A-Temporali neglette’ vicissitudini che lo ‘attorniavano‘ durante le proprie cicliche esigenze agricole legate allo sperato dovizioso Raccolto. Stimando a mente, ri-mirando ad occhio: cielo e terra e la flora e la fauna riusciva a carpire indicazioni utili per il raccolto e per prevedere il tempo meteo.
Sapeva bene quando seminare; quando raccogliere i frutti; e, come proteggerli dalle naturali intemperie. La ‘continua‘ costanza pianificata e basata sui fatidici faticosi campi lo rendeva sicuramente saggio e ‘immortale’. Almeno: per essere stato capace di tramandare sino ad oggi e per il tempo a venire sicure ‘leggi non scritte‘ indicativamente valide senza l’ormai subentrato aiuto del tecnicismo. I Poeti ‘bucolicamente‘ con i loro primari ‘Papiri‘ – ricavati dal Limo alluvionale – seguivano quelle indicazioni ‘attraversandoli’ con i loro racconti: ‘I Raccolti’ e le Raccolte consacravano quegli innegabili insegnamenti in libelli che ancora oggi sono letti con saggia avidità dai cultori del pensiero non più ‘Debole‘ ma ultra ‘fragile‘; vista: l’intensità dei drammi che si sovrappongono quotidianamente sulla Benedetta Terra del Signore o del Creatore che dir si voglia. La perfetta sintetica Armonia dell’Universo ci dice inequivocabilmente che Un Creatore c’è stato, ci sarà stato e che ci sia e che in definitiva: c’è!!! (.)
Dalla “Cre–Azione” al Pensiero fondativo, invertendo i termini tra “pensiero e azione” questo sillogismo è una efficace conclusione. La Terra e tutte le inter–connessioni che la attraversano o come dir si voglia: alla luce dei continui sconvolgimenti, soprusi e disastri viene sopraffatta da ogni ordine di razzie e depredazioni. Lo sconvolgimento della Sap(i)enza avviene rimuovendo questi ‘sacrali‘ termini. Il perfetto accordo tra parole e fatti ‘con–comita‘ risultati ora gradevoli e soddisfacenti ora pericolosi e devastanti a seconda dell’operato messo o ‘sco-sceso in campo’. Qui è il segreto della saggezza: che, chi: sapendo discernere coscienziosamente il bene dal male – ben praticandolo – raggiungerebbe la Terra Promessa passando da una ‘Porta ad altra Porta’ che “porterebbe” alla somma Sapienza: passando attraverso la più elementare ‘Sapenza‘. Non più dateci una leva per sollevare il mondo, ma diamoci delle leve di comando idonee ben piazzate, ben ‘oleate’, ben ideate: attraverso la ri–costruzione tecnica tramandata da Padre in Figlio in oggi, e da ieri: come allora. In seguito con la più ben collaudata conoscenza scientifica: i risultati sforerebbero suonando ‘ottimali‘ per la Bisogna della Sopravvivenza. Con gli Ottimali e gli Ottimati in campo benefiche preponderanti forze volgerebbero verso il bene e il meglio. <L’Optimum> assicurato. Evviva i Benefattori dell’Umanità. Chi si compiace del vizio a volte (vedasi chi amministra) perseverandovi con coerenza: sogghigna a nostra insaputa, però interiormente è cosciente è coerente con la propria soggezione rivolta al male e al peggio. Diceva De Balzac “Ogni Potere umano è composto di tempo e pazienza” è tutto dire!
Rincarava la dose il Pascoli “E’ il cuore, e non la ragione, che sente Dio”.
Torniamo alla Sapienza attuale dell’omonimo film: “Il viaggio che tocca le meraviglie a cielo aperto del nostro Paese” sarà dis-velato nel finale sorprendente e ricco di emozioni, così come recita la Locandina. “Per intanto abbiamo ascoltato acquattati nell’Ombra del Teatro il giovane Goffredo alias Ludovico Succio interagire con gli spettatori. Questi ultimi ulteriori sagaci protagonisti della Sapienza per la loro indubbia pazienza e costanza nell’intervenire in ogni occasione di < Collettiva Sap(i)enza >. La conoscenza si moltiplica e si amplifica. Cosa pretendere di più se non un ‘Virus‘ capace di contagiarci con siero-positività intellettuale e allo stesso tempo Operaia.