se possiamo, dobbiamo
Consueta chiacchierata con il direttore di Hurrà Grigi.
Silvio, nel momento in cui andiamo in stampa, la notizia più recente è l’incredibile zuppa che i grigi hanno rimediato a Como in Coppa Italia.
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La Coppa non era certo l’obiettivo principale della stagione e poi, ogni tanto, un bagno di umiltà può essere utile per mantenere alta la concentrazione e la grinta per la prosecuzione del campionato che è la nostra vera sfida.
In campionato, invece, siamo reduci da un filotto di successi
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L’Alessandria ha indubbiamente mostrato i propri attributi e in campionato sta scoprendo le carte.
Qual è la tua analisi del torneo a questo punto della stagione?
Mi sembra che, a oltre tre mesi dall’inizio della stagione, si possa dire che l’elite è formata da un sestetto nel quale figurano Bassano, Real Vicenza, Como, Pavia, Novara e, naturalmente, l’Alessandria. E’ ben vero che molte partite hanno avuto un esito imprevedibile perché anche squadre di metà o di bassa classifica hanno saputo impensierire le grandi, ma mi pare oramai assodato che le sei compagini di cui sopra hanno una marcia in più rispetto al resto della concorrenza.
Chi temi di più tra queste avversarie?
Chi conosco meno, cioè Como e Bassano, che sono spinte anche dai numeri esponendo la prima la miglior difesa ed il secondo dell’attacco più prolifico anche se i numeri di queste sei si somigliano molto. Real Vicenza e, soprattutto, Novara possono crearci qualche grattacapo, mentre il Pavia mi è sembrata tra tutte quella più abbordabile ( e non mi riferisco al rotondo successo di Coppa Italia).
Facciamo invece un parallelo tra questa Alessandria e quella di Sarri di quattro anni fa…: te lo chiedo seccamente, qual è la più forte?
L’Alessandria di Sarri aveva forse individualità di maggior finezza tecnica, ma questa mi sembra più solida e quadrata.
Siamo allora da Serie B?
Ti ho detto che tecnicamente abbiamo forse qualcosa in meno dell’Alessandria di Sarri, ma forse anche la concorrenza è un gradino sotto quella di allora, tant’è che non vedo squadre del livello di quella Salernitana e di quel Verona (che poi, infatti, finì in serie A). Quindi possiamo giocarci le nostre carte sino in fondo, e, se possiamo, dobbiamo