Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

grande musica al macallè

AmenoBlues-TRIO < FRIEND of a FRIEND LIVE > un  “’CON-PHONAL’ PLUS ACUSTIC POWER” si proietta  con l’ eccezionale

< ‘TRIO’ BONFANTI GAMBETTA  & COPPO >  per una piacevole ‘rentrée’ in occasione del nuovo appuntamento musicale nell’ennesima  più seguita Rassegna Blues alessandrina.

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Ovvero:

Quando il potere dell’acustica fa miracoli. < Books & Blues presents > in una “Back Home Alive” e in una “Wall of Sound Gallery” sorseggiando come dicono le locandine impresse “Have a Pepsi”.

di Antonino Freni

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 Appena il tempo di chiudere il concerto di Tre-ves e dei Tre-Martelli che un nuovo Trio da grande “Tri-plice Intesa” si esibisce al Mac-Allè: Un ‘Tri-ttico‘ di emozioni dal vivo. Un vero e proprio’ ‘Thri’-ller musicale nel senso più ‘spettacolare‘ del termine.

 

Diciannove anni or sono: sono stato in questo Teatro e vi ritorno volentieri non più da solo ma in piacevole compagnia, con il collaudato < ‘Duo’ Bonfanti & Coppo >.  Queste le prime parole  al ‘ri-esordio’ al concerto in Tema. “Quanti di Voi si ricordano della mia trascorsa esibizione al Macallè? Che mi ha portato tanta fortuna?”  In tanti rispondono con un sì! Quasi generalizzato. Io c’ero, io c’ero : una ‘platea-le levata di scudi’ anzi: alzata di mano, manifestata all’unisono; tanto amore e tanta passione per il bel canto e il bel suono che solo un grande ‘guitarist‘  come tale è  Beppe Gambetta. Con le sue (non ancora attaccate al chiodo)   mitiche scarpette rosse, ben assestato sul Podio sonoro offre Il nuovo ‘CD’ “The American Album”.   Un(a)“Bocca di Rosa”  va anche in accenno nel contesto.

Negli anni di cui parlava Beppe, passava ‘eroicamente‘ da queste parti il grande chitarrista John Renbourn da Kingswear – Devon – England. J.R e proponeva con la sua “Renaissance” assieme ai  ‘Pentangle’: cinque componenti Folk: un Blues-Folk etichettato dallo stesso come “Skiffle”. J.RenbournPrese la chitarra e venne e suonò magicamente Country‘. Un articolo in suo onore in questi termini Gli  dedicammo  in quelle prime Rassegne Blues.   Oggi come ieri  ritorna Beppe Gambetta e ci propone il suo particolare  “Flatpicking” come lui stesso ci indica come accanito  ‘plettromane’:  “musica in cammino”: una vera e propria manna di “Roots Music

Oggi, nel “tra(sh)-cimante” “cafonal’ in voga un po’ dappertutto” (poiché appare a spada tratta  quasi in ogni dove ) sembra che si sia un po’ perso il piacere del buongusto, del buonsenso e del vero Buongiorno: il genere Country, Folk, Blues e Gospel traspare coll’immediato arrivo al MacAllè dei tre protagonisti e la loro leggiadra Consorte-ria, Tutti   veramente dotati di una squisita signorilità, avendoli potuti ammirare dietro le favorevoli Quinte. Il grande Vocalist and Guitarist  B.G. attraverso i numerosi aneddoti che soavemente ci propina con piacevole dovizia di particolari, ci fa già pregustare una serata davvero entusiasmante. E, così è; e, così fa. Lo scopriamo con gradimento ‘ilare novelliere‘ fine e preparato.  Fa scorrere località e  città famose come Nashville, Louisiana, Kansas e Kentucky.  Il ‘Very Good‘ ri-corre, dopo il suo esclamato: a mo’ di vezzo: il  ‘venghino venghino‘ signori.

L’assoluto assolo da lui avviato è ricco di virtuosismi e si dipana per l’intera sala “‘ascoltandolo ad occhi aperti‘”.  Pezzi di storia vissuta del ‘Movie Blues‘ si incidono  ( anche )  sulle preziose proiezioni nel bianco schermo.  La mitica ‘corriera numero 103‘ che portava a Santa Fè; il treno merci a vapore su cui trovavano  l’opportuno e propizio passaggio  i Bluesmen  del tempo che fu: che non perdevano il proprio“Banjo” durante la rincorsa: come spiega Beppe poiché dapprima gettavano in avanti lo strumento e poi salivano Loro –   per l’appunto  – di corsa.    Clandestino alla (manu chao) era il  mezzo di trasporto come ricorda Beppe attraverso le storie che gli sono state tramandate dai suoi Padri Spirituali di quei classici luoghi.   Ci dà anche il vivo ricordo della scomparsa del novantenne Pete Seeger ( amico e maestro ) che gli insufflava Sap(i)enza musicale: un ‘pout purry’ di musiche ‘on the road’ ( parole sue )  nei  loro  incontri.  Il leggendario Pete gli rammentò nell’ ultima conversazione avuta:  la grande commozione provata nel suonare in occasione della vittoria elettorale di Obama: paragonandola – commuovendosi – a quelle ‘super-soniche‘  lezioni che ‘propinava’ ai 20 ragazzotti dei sobborghi Ladinos che di volta in volta maieuticamente preparava e indirizzava al Canto. Un rapporto incredibile tra venti ragazzi  e due milioni  di persone davvero strettamente avvinghiati e avvincenti.  La partecipazione al funerale del grande amico e maestro Doc Watson   a causa degli imprevisti – dopo un difficoltoso viaggio e   una miriade di  peripezie  patite durante il tragitto – risulterà un simpatico ricordo che ribalterà la tristezza del momento.  

 

È per gli incontri avuti con questi ‘Menestrelli’ di strada che riuscirà a ‘tras-formare’ in meglio  l’immensa sua cultura musicale: da qui Costoro veri e autentici Maestri di vita e per la vita. Coniugando  la sua  magniloquente bravura con quelle estemporaneità degli Artisti di strada con i loro Banjo e gli organetti: raggiungerà una completa maturità artistica.  Per queste ragioni ed opportunità ( tra cui la pianta di  Basilico similare a quella prodotta a Genova ) lo induce a trovare una seconda abitazione nel New Jersey a Sockton in una deliziosa villetta ( almeno stando al suo racconto ) e, ci rammenta un altrettanto delizioso aneddoto sui Procioni che avevano trovato comoda  collocazione sul  caminetto. Canzoni e Arienon sense‘ invadono la platea anche come quella di ‘Quel signore che non voleva lavarsi i piedi‘ e filastrocche di vario genere capaci di catturare l’attenzione dei Fan. Pure, così: accidentalmente, incidentalmente nascono pezzi che faranno la storia della  ‘Bluesettante‘ special-musik. Ancora narra ( la leggenda ) Beppe Gambetta: come conobbe  (sua moglie) la  gentile Federica Calvino: una ballerina di Fandango, almeno stando al suo dire: sempre che  la mia comprensione sia   rimasta chiara e nitida. La giovane (in questione)  gli fece ( innocentemente ma ) quasi sfidandolo la seguente domanda:  “Mi realizzi per cortesia o per piacere Beppe   una istantanea per una mia esibizione di ballo?” Beppe senza minimamente scomporsi la sviluppò lì per lì all’istante, ubbidendo al sicuro richiamo di una sirenetta danzante.  Nacque così  “Fandango per la Bionda” uno dei suoi speciali pezzi e capolavori interamente a chitarra che attualizzò un Matrimonio del tutto perfetto. “Ancora oggi quella Bionda è con me: è mia moglie”. Orgogliosamente puntualizza. Così: asserisce con immensa soddisfazione. Dopo gli assoli di Gambetta: salgono sul palco  gli altri due  interpreti: Bonfanti & Coppo e  (anche)  tramite questi due ormai grandi e collaudati artisti dell’acoustic si dipanano aneddoti ricavati durante le relative iniziali carriere.

Pezzi del loro vasto repertorio come “Matilda’s Dance” tanto per citare la più accattivante e brani di ‘Going down the road‘  effettivamente  incantevoli e stupefacenti  nell’ascoltarle echeggiano stra-stellari  virtuosismi. Tutti i pezzi  proposti sono reperibili già nella loro vasta “compact” produzione. Chi non era presente nell’ occasione qualcosa di musicalmente edificante (sicuramente) avrà perduto. Però, non è il caso di drammatizzare: Bonfante & Coppo hanno promesso nuovi appuntamenti; sta a noi non perderli. Le loro esibizioni in quel Palco si ripetono ciclicamente.  I loro suoni trasudano di Swing e ‘Ballades‘ che sono parzialmente racchiuse nel ‘Brand’ di  <Friend  of  Friend >  un ‘Trend’ con una etichetta musicale  che al momento va letteralmente a  ruba per la piacevolezza dei temi e dei canti e suoni trattati. Virtuosismi allo stato puro. Coppo esegue dei pezzi che nella movenza e nella ‘recitazione‘ rammenteranno Crosby e Dylan al primo orecchiare.  Un pezzo melodico –  volutamente  – ci riporta e ci ricorda la Sardegna. Coppo racconta quella volta in cui Bonfanti chiese a Gambetta lezioni di chitarra che lo stesso Gambetta  – vista l’insistenza non potette  rifiutare e  che – puntualmente gli diede.  Inaspettatamente: quel giovane ragazzo dopo la seconda lezione non si fece più  vedere. Gambetta  preoccupato venne rassicurato da Coppo che svelò il ‘misterioso arcano’: al baldanzoso giovanotto che  aveva una  forte predisposizione verso la chitarra bastarono due sole lezioni. Da qui la nascita di una nuova Stella in Guitar stando alla conferma di Beppe.

Nietzsche: “Si ripaga male un maestro se si rimane solamente un discepolo”.

E la massima una volta tanto calza alla perfezione. Di rimando“Gioia e amore sono le ali per le grandi Imprese” dice Goethe rafforzando tutte le tesi di cui sopra.

Una serata davvero indimenticabile.

 

 

 

 

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