BAUSINGA RESTAURANT, zanzibar
(special for local food) Paje East Coast Zanzibar
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Siamo degli infelici. O ci sentiamo tali, ogni giorno dell’anno. Nemmeno le feste ci fanno più sorridere tanto da maledirle per lo stress che procurano. La corsa all’acquisto, le code interminabili ai banchi del supermercato, il conto salato alla cassa, per cosa? Per la preparazione del pranzo o del cenone tanto atteso? Oggi si deve fare bella figura ad ogni costo, con i parenti, con gli amici, anche in un periodo di crisi come questo non ci facciamo mancare nulla. Sbanchiamo la nostra tredicesima per acquistare cibi esotici solo per il gusto di esporli su di una bella tovaglia guarnita di stelle di natale prestampate. Solo per strabiliare i nostri ospiti nulla più! Anche perché diciamo la verità, importare cibo esotico con tutte le ore di aereo a cui è sottoposto, il gusto va a farsi benedire, tant’è che di esotico resta solamente l’aspetto. Se il vostro obiettivo però è tanta apparenza e poca sostanza allora avete centrato il bersaglio. Se invece a piacervi è la frutta tropicale, che sappia di frutta e il pesce fresco appena pescato, comprese le aragoste: la soluzione c’è. Partite con un volo low cost! Prenotate una sistemazione per la notte senza troppe pretese e il gioco è fatto! Il tutto non vi costerà di più del pranzo che avete programmato e oltremodo potrete davvero fare una scorpacciata di esotico, mare compreso.
Al Bausinga Restaurant io ci sono stata e mi sento di consigliarvelo. E’ una bettola senza attenuanti. Tavolacci di legno e una cucina che non ha un menu specifico di pesce, perché ogni giorno è diverso. Vive sul pescato del giorno, quello che il mare offre e dal duro lavoro dei pescatori e delle donne. Quest’ultime, quando c’è bassa marea camminano nell’acqua e tra le coltivazioni di alghe, vanno a pesca di polpi. Il Bausinga Restaurant si trova direttamente sulla spiaggia di Paje, una lunga striscia di sabbia bianca orientata ad est sulla costa di Zanzibar. Non è necessario vestirsi da sera per entrare al Bausinga, e non sono nemmeno richieste le scarpe “tacco 12”. Al Bausinga si va a piedi nudi e si aspetta, si aspetta tanto, per poter mangiare. La situazione ideale per un cenone di Capodanno. La luce va via di continuo per colpa di un vecchio generatore di corrente soggetto a riparazioni continue senza però sortire gli effetti sperati. Allora si usano le candele. Il proprietario del Bausinga ne ha una scorta che non finisce mai. Ne sistema tre o quattro per tavolo e poi non si deve far altro che aspettare almeno un’ora e mezza quando va bene per essere serviti. E’ meraviglioso, proprio quello che ci vuole in occasioni come questa. Cena a lume di candela, consumata senza fretta. Si arriva giusto in tempo per accogliere l’anno nuovo, ascoltando il rumore del mare che è lì ad un passo, mentre una leggera brezza mitiga il caldo imposto dalla latitudine. Manca il vino per brindare. Non c’è. Allora si brinderà con un’acqua gassata o con la schiuma del mare che importa. Tutto il resto è vero, autentico ci sono anche le stelle di Natale a delimitare come una siepe il ristorante. E quando arriva sulla tavola il pesce è un trionfo di sapore. E poi c’è la gente che frequenta il Bausinga da non dimenticare. Come stare tra amici. Ministro è un noto frequentatore del locale, credo sia imparentato con il proprietario per questo conosce tutti. Quelli nuovi li battezza sedendosi al tavolo e intrattenendoli con i racconti della sua vita. Tutti ascoltano le sue storie, che hanno come sfondo il mare e la pesca ma da alcuni anni a questa parte parla anche della sua personale esperienza con i turisti che vengono sulla spiaggia di Paje e da cui ha imparato un perfetto inglese, ma anche l’italiano. Lo ascoltano tutti anche perché l’attesa è lunga e un po’ di intrattenimento fa piacere ma con la fievole luce dei ceri la sua faccia nera come la notte non la si vede nemmeno. Ciò che conta però sono le parole, lo scambio di opinioni e di culture. Trovarsi a proprio agio, sbracati e senza smoking in piena libertà e poi si finisce sulla spiaggia a bruciare in un falò tutti i giorni dell’anno che abbiamo lasciato andare senza averli vissuti: chi non li ha? Where are you come from? I come from………..non ha importanza.
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