Rugby, è la Propaganda a tenere in vita il nome e il blasone della palla ovale alessandrina
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Va bene la franchigia del Monferrato, ma ad Alessandria spopola anche l’attività della Propaganda. Il minirugby fatto in casa, e questo grazie anche ai genitori dei ragazzi impegnati in queste categorie.
Una società storica come l’Alessandria Rugby (fondata nel 1946 come Audace-Mino e rinominatasi nel 1971 Dopolavoro Ferroviario Rugby Alessandria, ebbe il suo periodo di maggior rilievo negli anni Cinquanta quando raggiunse la serie A) che ha portato un suo ex atleta – Franco Berni – nella Nazionale dell’esordio ai Mondiali in Nuova Zelanda nel 1987, e che ha avuto un Ezio Zucconi incredibilmente attivo per anni, non poteva di certo sparire.
Franchigia sì, ma le categorie del minirugby vestono ancora i classici colori grigi dell’Alessandria. Tra Under 8, 10 e 12 sono una sessantina i ragazzi che scendono assiduamente in gara come veri campioncini, e soprattutto divertendosi un mondo
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L’Under 8 alessandrina è diretta tecnicamente da Ivo Repetti, Patrizia Tramarin e Monda Dubinin, mentre l’U/10 è seguita da Alessandro Morello, che è anche il responsabile dell’intera attività Propaganda, e l’Under 12 da Dario Dolcino e Lorenzo “ Lolli” Nosenzo. Numerosi sono i genitori dei bimbi che si impegnano durante i tornei e gli allenamenti. Sono loro, insomma, la vera arma in più per questa categoria, questo ad Alessandria come del resto anche negli altri club. Senza di loro sarebbe veramente improbabile portare avanti questa attività ad Alessandria.
Per quanto riguarda l’U/8, dopo la deficitaria apparizione nel torneo delle Zebre, giocato l’anno passato a Parma, il lavoro di responsabilizzazione messo in opera da parte dei dirigenti e dei tecnici, ha fatto sì che gli stessi giovanissimi si riabilitassero nell’altro torneo di San Donà di Piave, per poi arrivare secondi alla classica competizione di Settimo Torinese.
Mario Giangravè, Jhonny Leone, Muriel Sperto, Paola Ferrari e Claudio Quaglia – i dirigenti accompagnatori delle tre formazioni – hanno saputo ispirare ed incoraggiare questo gruppo di ragazzi, ora convinti di andare avanti, e agevolati dall’inserimento di nuove leve. In tempi recenti l’U/12 dell’Alessandria si è classificata al secondo posto, dietro la Pro Recco, al “I° Torneo del Moscato” organizzato dall’Acqui a Strevi, mentre l’Under 8 ha strappato applausi al concentramento di Moncalieri, vincendo tutti i confronti.
Dopo un non brillante “Torneo del Pesto” a Genova Prà (U/12), domenica 1 novembre nel classico “Torneo del Tartufo” di Asti sono stati ancora i più piccoli ad impressionare in positivo.
È stata una competizione a livello nazionale, con la presenza di molte squadre del Nord Italia come il Recco, l’Amatori Milano, i Lyons Piacenza, il Cus Torino, Biella, Lainate, il Cus Milano, Rugby Reggio e i padroni di casa dell’Asti Junior.
Come sta sempre più capitando con frequenza, sono stati Orsacchiotti dell’Under 8 a riservare le maggiori soddisfazioni, facendo vedere del rugby tecnicamente apprezzabile e dimostrando encomiabile impegno agonistico.
Gli stessi U/8 si sono classificati al sesto posto su 16 squadre, dopo aver concluso terzi il girone eliminatorio con il rammarico di essersi fatti imporre il pareggio per 2-2 – dopo essere stati in vantaggio – dai pari età del Cus Torino, che hanno poi vinto la competizione sconfiggendo in finale gli altri “universitari” del Cus Milano.
Nella finale per il quinto e sesto posto, l’Alessandria ha affrontato l’Amatori Milano, tra le più antiche società di rugby, nonché la più titolata, d’Italia, avendo vinto 18 campionati nazionali e una Coppa Italia. Il match si è concluso in parità, 2-2: si è quindi resa necessaria la cosiddetta “golden meta”, realizzata dai lombardi in seguito ad una discutibilissima decisione arbitrale, frutto forse di una certa forma di condizionamento davanti ad uno dei club che hanno fatto la storia del rugby in Italia.
Gli U/10 hanno concluso la competizione al dodicesimo posto su 15 squadre, alternando sprazzi di buon rugby ad improvvisi black-out.
Le note dolenti e più preoccupanti riguardano invece gli U/12 terdicesimi su 14. Servirà ora un grande lavoro a livello soprattutto psicologico, visto che c la squadra il potenziale per fare bene ce l’ha. Bisognerà però trovare i giusti stimoli.