tra pregi e difetti, in cerca di continuità
L’Alessandria non ha approfittato di un turno di campionato favorevole.
Mi hai rubato le parole di bocca: in questo momento possiamo fare una riflessione positiva ed una negativa sull’andamento del campionato dei grigi.
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Cominciamo con quella positiva.
Non sta venendo fuori nessuna formazione capace di ammazzare il campionato, in quanto il Cittadella ha già commesso alcuni passi falsi, Bassano e Reggiana le hanno già buscate e il Pavia ha dimostrato di non essere irresistibile e di avere delle lacune (come peraltro già evidenziato lo scorso anno).
In questo contesto l’Alessandria potrebbe essere agevolata nella propria rincorsa al vertice della classifica.
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Parliamo dei difetti.
Qui c’è più di una considerazione che possiamo fare.
Reparto per reparto, cominciamo dalla difesa.
Abbiamo sempre speso parole d’elogio per giocatori come Morero e Sosa, ma, in questo momento, il nostro pacchetto arretrato mi sembra meno competitivo rispetto alla scorsa stagione, tant’è che, con un Celjak che sembra più un centrocampista che un terzino, il più affidabile mi pare sempre il buon vecchio Sabato.
In attacco?
L’Alessandria, paradossalmente, ha molti giocatori con spiccate propensioni offensive, ma nessun bomber.
Addirittura?
Fischnaller, Iunco, Boniperti e Marras giocano sistematicamente troppo larghi, Marconi non è ancora uscito dal tunnel e Bocalon (che al momento sembra essere l’unico in grado di fare un po’ di bottino) ha bisogno di essere imbeccato.
Chiudiamo con il centrocampo.
Fermo restando che a Branca e a Micco non rinuncerei mai, in questo momento sembra quasi che Mezavilla possa relegare in panchina quello che quest’estate sembrava l’acquisto più importante, cioè Loviso.
All’Alessandria sembra che manchi il gioco.
All’Alessandria, in realtà, sta mancando una continuità progettuale.
Cioè?
Fermo restando che stiamo parlando di una squadra che potrebbe ancora vincere il campionato, siamo passati, nell’arco di pochissimi mesi, da un allenatore (D’Angelo) che aveva fatto del 3-5-2 il proprio credo a un profeta del 4-3-3 (Scienza), a un allenatore come Angelo Gregucci che, pur avendo sostanzialmente confermato il modulo di Scienza, ha modificato significativamente l’impostazione tattica dell’Alessandria, rendendola meno spumeggiante, ma molto più accorta in fese di pressing e movimenti senza palla.
Questo, però, ha prodotto ulteriori effetti collaterali.
Quali?
Giocatori molto importanti per un allenatore (come lo scorso anno Obodo, Mora, Taddei e Rantier) sono improvvisamente diventati superflui, spingendo la società a investire considerevoli somme per l’ingaggio di elementi come Loviso che, con l’ultimo cambio di allenatore, non sembrano più così fondamentali.
Penso che, tenuto conto del privilegio di avere alle spalle una Società solida e motivata, la squadra abbia bisogno di una continuità tecnica, che le consenta di lavorare su un’impostazione di gioco ben determinata e di crescere in quella direzione.