Adesso basta!
E così si è chiusa l’ennesima fallimentare stagione targata Di Masi.
La Pro Patria ci ha impartito un’altra lezione di calcio al Moccagatta (che vergogna uno stadio diventato per tutti terra di conquista!) e l’inseguimento alla corazzata Pontedera è miseramente naufragato.
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Mister Colombo ha pubblicamente fatto una diagnosi impietosa dei problemi di una squadra costruita male, in cui le scarsissime individualità spariscono nel grigiore di una rosa che, fin dall’estate scorsa, denunciava tutte le sue carenze e lacune.
Avrebbe forse fatto meglio a non accusare in pubblico la squadra,che fa quello che può (ossia pochissimo), ma almeno tutti hanno capito che cosa si è costruito o, meglio, demolito.
In sei anni di questa presidenza ci ritroviamo a tirare un sospiro di sollievo per avere evitato (grazie alle penalizzazioni altrui) la lotta per non retrocedere.
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In sei anni sono passati al Moccagatta oltre 90 giocatori, 12 mister e uno stuolo di Direttori Sportivi. Solo lui non è cambiato. Sarà un caso se siamo ridotti in questo stato?
Io non credo al caso, ma solo alle responsabilità.
Intanto anche il Moccagatta si è svuotato, tacito segno di un dissenso della tifoseria che, a questo punto, dovrebbe incominciare a far sentire di più la propria voce. In pochi mesi si è sperperato un enorme patrimonio di passione. Complimenti!
Un’altra stagione come questa è inconcepibile, inaccettabile, inimmaginabile!
Eppure nessuno ammette i propri errori, anzi le dichiarazioni del presidente nell’intervallo della gara di Piacenza dimostrano che non c’è autocritica, non c’è consapevolezza, non c’è un’idea di come si debba progettare il futuro.
Basta con questo ricatto del “senza Di Masi andiamo a giocare a Castellazzo”. L’Arezzo ha dimostrato che anche dopo un fallimento se arriva qualcuno che capisce di calcio ci vuole veramente poco (anche economicamente) per tornare nei piani nobili della classifica. E poi chi dice che l’Alessandria non possa essere un buon investimento?
Molti non saranno d’accordo con me, ma la dignità vale più della vergogna cui abbiamo assistito quest’anno.
Adesso vediamo quali “progetti” ci verranno propinati, quali promesse, quali impegni roboanti verranno sbandierati.
Basta con le parole: vogliamo i fatti, vogliamo una squadra che lotti per la promozione.
Se si è in grado di costruirla bene, altrimenti grazie e addio.