Turci: “L’Alessandria deve ambire alla categoria superiore”
Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Luigi Turci, portiere dell’Alessandria nella stagione 1991/1992
Turci, quali sono i ricordi della stagione 1991/1992 in cui ha vestito la maglia dell’Alessandria?
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Ho dei ricordi molto positivi della stagione 1991/1992 in cui ero ad Alessandria. Avevo avuto la fortuna di giocare con compagni di squadra esperti: da Cinello a Storgato, poi Galparoli, Venturi, Sabato e via discorrendo. Avevo grandi aspettative in quanto possedevo tanta voglia di rivalsa. Era stata una stagione difficile, l’Alessandria era una neopromossa, aveva vinto il campionato, di Serie C2, nell’annata precedente conquistando la promozione in Serie C1, ed era ben quattordici anni che non riusciva ad ottenere la salvezza nella categoria. C’era molta aspettativa e pressione intorno alla squadra. L’annata andò molto bene sia a livello personale che di risultati di campo: riuscimmo ad ottenere la salvezza.
Nell’estate del 1991 come maturò la scelta di approdare ad Alessandria?
Io ero di proprietà della Cremonese che stava puntando sul sottoscritto. Al tempo stesso l’iter che seguivano i giovani era quello di effettuare una sorta di gavetta nelle categorie inferiori e la società decise di mandarmi in prestito ad Alessandria e valorizzarmi in una società importante.
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Io accettai subito per l’importanza della piazza e della categoria. La Cremonese, all’epoca, viaggiava tra la Serie B e la Serie A.
La Cremonese, nell’estate successiva, 1992, decise di riprendere Turci nelle proprie fila
Esatto. Ritornai a Cremona dove disputai il campionato di Serie B, concluso al secondo posto in classifica, alle spalle della Reggiana: ottenemmo la promozione in Serie A e la vittoria della Coppa Anglo-Italiana battendo in finale il Derby County, a Londra.
Nella sua carriera quale è stato l’allenatore che ricorda con maggiore affetto?
Nell’arco della mia carriera ho avuto la fortuna di avere tanti allenatori che hanno fatto non solo la storia delle società di cui hanno fatto parte ma la storia del calcio italiano. Sicuramente uno di questi è Gigi Simoni. Ho lavorato con Luciano Spalletti, con Francesco Guidolin, con Alberto Zaccheroni, tutti e tre avuti all’Udinese: allenatori che mi hanno lasciato qualcosa di importante sia a livello umano che professionale.
Nella stagione in cui ero ad Alessandria ci fu Sabatini, come mister, che iniziò la stagione. Fu sostituito da Ezio Riccomini che fu esonerato a sua volta e ritornò Sabatini con cui disputammo un grandissimo finale di stagione che ci permise di raggiungere la salvezza.
Ha seguito le vicende dell’Alessandria Calcio degli ultimi anni? Quale opinione si è fatto?
Ho seguito l’Alessandria quando si è letteralmente suicidata, secondo me, buttando via un campionato che aveva nelle proprie mani. Quell’annata è stata sicuramente un punto di svolta: per la piazza, per la potenzialità economica sicuramente l’Alessandria deve ambire alla categoria superiore.
Cosa manca per effettuare il definitivo salto nella categoria superiore?
Parlando dall’esterno dove, affrontando i problemi degli altri si è tutti maestri, le squadre che, nel tempo, sono riuscite a vincere i campionati hanno costruito un gruppo per vincere il torneo e questo avviene, genericamente, in un piano triennale.
Si comincia con l’investire in una squadra che vuole ambire a vincere il campionato. L’anno successivo si tiene ciò che di buono è stato fatto andando a rinforzare i punti deboli. Il terzo anno si effettua lo stesso procedimento. Si deve cercare di costruire mattone su mattone per arrivare ad avere un’organico competitivo.
E’ un processo di crescita: si tiene ciò che di buono si è rilevato e si rinforzano i punti deboli.
Le squadre che hanno mantenuto questa sorta di iter, nell’arco di tre o quattro anni, hanno raggiunto l’obiettivo, Una piazza come Alessandria con il Presidente Di Masi, che ha investito molti soldi, trovo giusto che meriti una categoria superiore.
Cosa c’è nell’attualità di Luigi Turci?
Io dal 2009 faccio il preparatore dei portieri. Negli ultimi tre anni sono stato due alla Sampdoria e uno al Milan. E attualmente sono fermo in attesa di ricevere una chiamata da parte di una società.