Si raccoglie quello che si è seminato
Dieci partite senza una vittoria non sono frutto del caso o della sfortuna.
A questo punto è chiaro che questa squadra è qualitativamente e quantitativamente insufficiente per raggiungere una tranquilla salvezza in serie B.
Saranno lacrime, sudore e sangue fino alla fine.
Vedere una partita come quella di Frosinone, però, fa solo montare la rabbia, soprattutto in chi, come il sottoscritto, ha aspettato 46 anni per rivedere una gara dei grigi in serie B.
Ben prima dell’inizio del campionato tutti noi sapevamo che questa stagione sarebbe stata molto impegnativa, una sorta di A2, che la lotta per la salvezza avrebbe richiesto un grande impegno: invece l’Alessandria è stata protagonista di una delle campagne acquisti più “povere” degli ultimi anni. Pochi acquisti e di scarsa qualità: di chi la responsabilità?
Inoltre, anche la pre-esistenza di contratti molto lunghi ed onerosi ha tarpato le ali nel momento più importante degli ultimi 45 anni di storia grigia.
A tal proposito, la vicenda di Gregucci è illuminante: uno degli allenatori più esonerati della storia del calcio italiano ha firmato un contratto a gennaio 2020 con scadenza giugno 2023: miracolo essere riusciti a liberarsene adesso!
Chissà se, a questo punto, qualcuno si rende conto del perché il Moccagatta è sempre mezzo vuoto: mettici la pandemia, mettici gli orari infelici, mettici la guerra, mettici le dirette tv, ma se si fosse costruita una squadra più competitiva i tifosi avrebbero risposto in maniera ben diversa. Oppure i risultati sono colpa degli spettatori?
Recentemente, ad una cena per i 110 anni, qualche dirigente ha celebrato il fatto che il “brand” Alessandria in serie B abbia notevolmente incrementato il proprio valore: posso dire “e chi se ne frega”?
A noi tifosi interessano i risultati, non il brand. L’Alessandria non è un patrimonio personale della proprietà, ma è un bene della città e dei sostenitori.
Invece di pensare al marketing, alle figurine Panini, alle maglie celebrative, sarebbe stato meglio costruire una squadra in grado di garantire la permanenza in serie B.
Chi fine fa il vostro brand se torniamo in C? Prima di tutto vengono il calcio giocato e i risultati, fino a prova contraria.
In questo momento la delusione è fortissima, anche se nulla è compromesso e dobbiamo e possiamo credere nell’obiettivo: resta il fatto che, anche se i giocatori stanno dando tutto quello che possono, questa non è l’Alessandria che avrei voluto vedere in serie B.
Nonostante tutto questo, però, i veri tifosi non devono mollare!
Martedì arriva il Monza, altro bruttissimo cliente: speriamo che il cuore e l’impegno ribaltino il pronostico sfavorevole.
La rabbia è tanta, ma dobbiamo salvarci con quello che abbiamo: il bilancio si farà alla fine.
Adesso, a noi tifosi non resta che fare la nostra parte e andare tutti a riempire il Moccagatta, contro tutto e tutti. Non possiamo non crederci!