La Virtus Verona batte di misura una Alessandria sprecona e, a tratti, svagata
Poteva finire in modo diverso e il punticino in trasferta a Verona era sicuramente nelle possibilità della squadra di Fiorin, che comunque non sfigura e si dimostra amalgama rispettabile. Ma non basta “ben figurare” bisogna sapersi organizzare per tempo sulle palle inattive o sugli esiti dei rimpalli e, soprattutto, quando si ha un rigore a favore …si deve realizzare. Peccato per Pagliuca che con il suo errore dal dischetto, a pochi minuti dall’intervallo, ha sciupato una prestazione più che positiva, contrassegnata da buoni spunti in corsa, dribbling stretti e posizionamenti corretti. Ma i rigori si segnano o, se non si è pienamente consapevoli delle proprie capacità, si fanno tirare ad altri. Mastalli, Nichetti, Gazoul, Pellegrini, al posto di Pagliuca, che dopo aver propiziato il fallo da rigore ha voluto tirarlo, probabilmente avrebbero segnato il temporaneo “uno a uno”. Oltretutto in un momento del match (la sua fase centrale) che faceva presagire addirittura la possibilità di portare a casa l’intera posta. Le cose, invece, sono andate diversamente e, speriamo ardentemente, che la lezione sia stata appresa in pieno.
La Virtus Verona, reduce da una goleada a Bergamo, si presenta con grandi aspettative in tenuta rossoblu, mentre l’Alessandria sfoggia la nuova maglia grigia con spalline bianche. I primi minuti sono di studio e, tendenzialmente, i Veneti occupano tre quarti degli spazi di gioco mentre i Grigi lasciano avanti Pagliuca e agiscono di rimessa. Buono il centrocampo con Mastalli, Rota e Gazhoul mentre in difesa fanno buona guardia Ciancio, Ercolani e Nichetti. Nella Virtus molto bene Demirovic, Casarotto e Danti.
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La prima occasione è per il n 10 alessandrino, Pagliuca. Si alza a centro area e gira di testa verso la rete difesa da Sibi (portiere Virtus Verona) ma il tiro è fuori. Non succede praticamente nulla fino al minuto 26 quando Nichetti prova un rasoterra veloce di destro che fa la barba al palo. A questo punto si scuote la squadra di casa e, su una delle consuete pressioni operate per vie esterne, è lo sloveno Demirovic a far partire un tiro molto bello dalla distanza che di stampa sull’incrocio dei pali, a Liverani battuto. Un segnale di vita che fa capire ai Grigi che la Virtus stava facendo sul serio e logica avrebbe consigliato più attenzione in difesa. Invece no…al minuto 31 è Zarpellon ad essere troppo libero al limite dell’area con la possibilità di tirare (fuori)…. ma un minuto dopo Faedo non sbaglia e porta in vantaggio i Veronesi. Batti e ribatti al limite dell’area dell’Alessandria, palla che giunge dopo un passaggio laterale a Faedo che, di sinistro, trafigge con un rasoterra Liverani. L’Alessandria prova a rispondere ma la squadra era preparata per un altro tipo di partita e, infatti, continua a rilanciare sulle sole due punte rimaste in area Virtus: Gazoul e Pagliuca. E’, infatti, ancora l’ottimo Demirovic a mettere in difficoltà la difesa grigia, tira … ma Liverani fa buona guardia. Quasi inaspettatamente, su un rilancio di Ciancio, Pagliuca si fa cinquanta metri di campo da solo e punta l’area dei rossoblu… Viene agganciato in modo irregolare da dietro e, così, l’Alessandria usufruisce di un rigore tanto sacrosanto quanto imprevisto. Tira Pagliuca (male, debole e rasoterra) favorendo l’intervento del portiere Sibi. Occasione persa per il pareggio che a fine partita ci costerà moltissimo.
Si va con il risultato di “uno a zero” a favore della Virtus Verona negli spogliatoi e si ritorna con Ghiozzi in campo per i Grigi. Cambia l’attacco “mandrogno” e, così, in avanti si trovano Pellegrini, Gazoul e Ghiozzi. Proprio da una azione sulla destra, ben condotta da uno sgusciante e positivo Pellegrini viene il gol del temporaneo pareggio alessandrino. Gran staffilata in corsa del biondo laterale grigio, parata imperfetta di Sibi e correzione a rete di Gazoul, di testa. Sono passati tre minuti della ripresa e l’Alessandria sembra aver ripreso il controllo delle operazioni. Ma l’illusione dura poco. Una leggerezza della difesa “mandrogna” lascia totale libertà a Cabianca che porta al “due a uno” per la Virtus. Tutto ha origine da un calcio d’angolo perfettamente tirato alla destra di Liverani, proprio sotto la curva occupata da un cinquantina di sostenitori “grigi”. Parabola lunga e incornata precisa “a palombella”, quindi imparabile, ad opera di Cabianca, come già segnalato…totalmente libero. E’ vero che le istruzioni di mister Fiorin riguardavano soprattutto i tre moschettieri dell’attacco rossoblu, e specialmente Casarotto, invece le insidie peggiori sono venute da uomini della difesa veneta. L’allenatore Fresco, non a caso, nel pre-partita aveva previsto difficoltà con una squadra coriacea come l’Alessandria ed era intenzionato a provare qualche soluzione alternativa. A quanto pare è stato premiato. Anche ben oltre i meriti della squadra veronese che, pur essendo di buon livello, per quanto visto domenica 10 settembre, era comunque alla portata dell’Alessandria. Un po’ più di attenzione e precisione, sia sul rigore, sia sui piazzamenti difensivi ,avrebbero sicuramente permesso di portar via almeno un punticino dalla terra di Romeo e Giulietta. Comunque, stando ai tabellini, solo due le occasioni di rilievo nei trentacinque minuti a disposizione dell’Alessandria per pareggiare. Un tiro telefonato di Nichetti all’ottantacinquesimo e un tiraccio al volo di Nunzella di poco fuori giusto allo scadere. Per il resto solo Virtus che, in ben quattro occasioni, avrebbe potuto arrotondare ulteriormente il bottino. Prima con Danti al ventesimo del secondo tempo, poi con Nalini, Demirovic e Faedo nei dieci minuti tra il venticinquesimo e il trentacinquesimo. Come sempre Liverani attento e pronto alle respinte e nell’organizzazione della difesa ma, stavolta, è mancato qualcosa. Le buone prove di Gazoul, Pellegrini, Mastalli, Nichetti, Rota e, poi, di Nunzella, non sono state sufficienti a raggiungere il pareggio. Obiettivo non impossibile per la squadra di Fiorin che, specie negli ultimi dieci minuti di chiaro affaticamento dei veronesi, hanno provato di tutto, infrangendosi – però – nella munita e folta retroguardia veneta. Un passo indietro per i Grigi, sicuramente per la mancanza di temperamento e freddezza nei momenti topici della partita (soprattutto il rigore), con il rammarico di aver gettato alle ortiche una buona occasione non solo per fare bella figura ma “per fare punti”.
Pier Luigi Cavalchini
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