Ho parlato con Benedetto e vi posso dire che…
Questa mattina il Presidente dell’Alessandria Calcio, Enea Benedetto, mi ha invitato a prendere un caffè in sede: voleva conoscermi e sapere perché ho sempre espresso pesanti perplessità sul suo operato.
Ovviamente gli ho spiegato tutti i miei timori: nulla di personale, ma chi ha a cuore il futuro dei grigi, in questo momento non può non essere preoccupato non per quello che succede sul campo, ma per quello che capita fuori.
Non ho fatto un’intervista, ma una chiacchierata per cercare di capire, diciamo così, “l’aria che tira” senza preconcetti.
Devo dire che non ne sono uscito rassicurato, tutt’altro.
Il primo dato che posso esprimere è che il passaggio di quote (e quindi il cambio di proprietà), che consideravo imminente, in realtà mi pare molto lontano dal realizzarsi, anche per un “diritto di prelazione” in capo al socio francese, Pedretti, cui questi (sempre secondo Benedetto) non avrebbe ancora rinunciato.
A questo punto, chi paga le scadenze mensili se non vi è la certezza di conseguire la proprietà del club?
C’è poi la situazione debitoria ereditata dalla gestione Di Masi che sarebbe decisamente pesante.
Il bilancio 2022, a tal proposito, non è stato ancora approvato, e questo è un altro dato che mi pare assodato ed è molto preoccupante.
Secondo Benedetto, ci sarebbero stati accordi con la precedente proprietà non rispettati: non ho visto i relativi documenti, ma, indipendentemente da chi dovrebbe onorarli (in tutto o in parte) mi pare indiscutibile che questi debiti sussistano e gravino come un macigno sulla gestione ed il futuro dei grigi.
La frase che Benedetto mi ha ripetuto più volte è stata “Dobbiamo evitare che l’Alessandria fallisca”, considerazione piuttosto ovvia e scontata, ma che me ne fa sorgere un’altra, altrettanto ovvia: se i soldi ci fossero, non ci sarebbe alcun motivo per preoccuparsi.
Ma se non ci sono (e spero di sbagliarmi), chi può avere interesse a rilevare e salvare una società con tutti questi problemi?
Massimo Taggiasco
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