Enea Benedetto: “L’Alessandria? Quando l’ho lasciata era praticamente salva”. E su Banchini: “Uomo di grande determinazione e forza mentale, inciderà positivamente sulla squadra”
Alessandria – Era due mesi che non tornava ad Alessandria Enea Benedetto. Ci è tornato oggi, “con un velo di emozione – ha confessato ai microfoni di Hurrà Grigi – perché a novembre avevo lasciato una squadra sostanzialmente salva con un settore giovanile di fatto piuttosto ben strutturato perché avevamo tutte le squadre in ottima posizione di classifica e stavamo formando fior di giocatori. La prima squadra era sostanzialmente salva.”
Poi il ritorno di Corda che Benedetto aveva una prima volta esonerato: “E da quella volta due mesi senza vittorie – ha aggiunto l’imprenditore torinese – ecco perché per due mesi non ho più voluto parlare dell’Alessandria. Forse le colpe non erano tutte di Benedetto. Ripeto la società a novembre era salva e non aveva preso punti di penalizzazione. Io non ero mai stato squalificato in vita mia, né da allenatore, né da presidente, qui invece in due mesi, nonostante la mia assenza, sono riuscito a prendermi inibizioni, la squadra è stata penalizzata, cosa che forse si poteva evitare andando a processo ed è iniziato un tracollo sportivo, finanziario, societario e sociale francamente inaspettato e che non avrei mai auspicato.”
E sulla questione della crisi sociale Benedetto ha, poi, voluto soffermarsi: “Vedere lo stadio praticamente vuoto, con una media di spettatori che forse non c’è neanche in Eccellenza, è piuttosto preoccupante. Prima c’erano critiche e contestazioni ma la squadra era seguita e c’era anche speranza. Adesso mi pare svanita anche quest’ultima.”
Ma qualcosa, forse, bolle ancora in pentola e Benedetto non lo nasconde: “Sono qui oggi perché ho alcuni amici che continuano a voler il bene del club e amano ancora questi colori e che hanno portato alla mia attenzione un nuovo piano di salvataggio.”
Ovviamente si è poi parlato anche del presente e del prossimo, delicatissimo, match esterno dei Grigi contro la Pro Sesto, penultima con cinque punti sopra i piemontesi: “Sfida importante non solo a livello sportivo ma anche mentale e societario. In più arriva di venerdì sera, in un campo esterno e con condizioni meteo che non sembrano preannunciarsi buone.” Poi una precisazione: “Da quando non sono più proprietario dell’Alessandria non sono più arrivati i tre punti. L’ultima vittoria era stata col Renate, l’auspicio è che si possa ripetere. Il ritiro prima della gara a Sesto San Giovanni? Se fatto coi giusti presupposti in modo tale che si possa costruire un cantiere mentale di un certo tipo può avere un effetto positivo. Banchini? L’ho voluto fortemente sulla panchina dei Grigi e mi opposi fermamente al suo esonero. E’ uomo di grande determinazione e forza mentale. In un ritiro spero che lui possa incidere in questi termini.”
In chiusura una considerazione sul Marengo Museum da un uomo da sempre appassionato di storia napoleonica: “Per me una sorpresa molto piacevole l’aver scoperto questo meraviglioso angolo di storia incarnato in questo progetto Marengo Museum. Scoperta una meravigliosa dimora napoleonica, ho rivissuto parte della mia storia infantile e adolescenziale quando mio padre mi raccontava delle imprese di Napoleone. Contemporaneamente ho voluto io stesso pensare cosa potevo fare come imprenditore digitale per migliorare questa struttura. E allora è nato un progetto che è quello di portare Napoleone e il Marengo Museum nel metaverso, attraverso un progetto di ‘play to learn’ e di ‘play to earn’, ossia imparare giocando la storia napoleonica, e nello specifico la battaglia di Marengo dentro il metaverso, e fare in modo che giocando e imparando si possa anche guadagnare delle valute digitali. Questa è la grande mission del prossimo triennio.”