Game over, la farsa è finita: Alessandria retrocessa in serie D
La sconfitta dell’Alessandria sul campo del Fiorenzuola (2-0) e il pareggio della Pro Sesto sul campo del Legnago (2-0) per i grigi significano una cosa sola: retrocessione diretta in serie D.
E, forse, la fine del calcio vero in Alessandria.
La cronaca dice che con questo risultato restano a 9 punti dalla Pro Sesto. Anche in caso di arrivo a pari merito, sarebbero i lombardi ad arrivare penultimi visto il vantaggio negli scontri diretti. Inoltre, l’Alessandria resta anche a 17 punti dalla Pergolettese quintultima.
Un distacco che quindi, viste le tre giornate al termine, rimarrebbe pari o superiore agli 8 punti e che, in virtù del regolamento, non farebbe disputare i playout nel caso in cui l’Alessandria arrivasse penultima.
Si chiude così una settimana da incubo: deferimento per omessi o, forse più propriamente, ritardati pagamenti di stipendi e contributi; cacciata dal centro sportivo Michelin per mancato pagamento dell’affitto del campo e, infine, sconfitta e retrocessione sul campo.
Si chiude così una vicenda surreale che ha visto susseguirsi ben 6 allenatori, un numero sproporzionato di giocatori di bassissimo livello tesserati senza competenza alcuna e l’avvento di una nuova proprietà che non si riesce a capire cosa sia venuta a fare in Alessandria: dilettanti allo sbaraglio, volendoli, nella migliore delle ipotesi, considerare in buona fede.
La nuova dirigenza sostiene di avere immesso nella società 1,8 milioni di Euro con cui ne avrebbe evitato il fallimento: ci sono squadre che con investimenti minori stanno facendo la serie B.
In ogni caso, i debiti ereditati ancora dalla gestione Di Masi erano (e sono) molto più ingenti: non se ne sono accorti all’atto dell’acquisto della società?
E adesso cosa succederà?
A parte il fatto che potrebbero arrivare nuove penalizzazioni sia per questo campionato che per il prossimo, resta da capire cosa vogliono veramente fare i nuovi proprietari.
Per ora, si è solo distrutto e non si è costruito niente per il futuro.
I debiti non si cancellano con la retrocessione e la vicenda Michelin sembra indicare che i soldi sono finiti. Le capacità manageriali calcistiche invece non sono mai iniziate.
Aspettiamo notizie, aspettiamo che finalmente il presidente Molinaro ci metta la faccia e dica cosa vuole fare (e se ha i soldi per farlo). Soprattutto speriamo in un miracolo: che qualche imprenditore locale si decida ad investire nell’Alessandria calcio che è un patrimonio di tutta una città che esce umiliata da questa vicenda.
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