Le ragioni di una flessione

E’ stata grande la delusione tra noi tifosi per il pareggio casalingo con la Lucchese.
Vorrei proporre una spiegazione (che può essere anche una giustificazione)
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Confrontando le due formazioni scese in campo, ho notato che l’Alessandria schierava ben sei giocatori ultra trentenni: 4 classe 83 (Sestu, Piccolo, Giosa, Gazzi), un classe 85 (Gonzalez) e un ’87 (Bellazzini) mentre la Lucchese presentava solo un ’81 (Fanucchi) e due classe 85.
Visto che Sestu, come sempre, è stato uno dei migliori in campo, potrebbe essere una valutazione sbagliata, ma non credo.
E’ logico che una squadra che schiera oltre la metà di ultra trentenni ( e ben 4/11 di trentacinquenni) abbia ogni tanto bisogno di tirare il fiato, soprattutto in un periodo come questo in cui le partite si susseguono a ritmo serrato.
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Aggiungiamo che quando si fanno delle grandi rimonte, come quella che ci ha portato dal terz’ultimo posto alla zona play-off, il consumo di energie fisiche e mentali è molto concentrato in un breve periodo.
C’è poi il discorso Coppa Italia.
Vincere il trofeo significherebbe entrare ai play-off come terzi classificati.
Solo le seconde dei gironi disputerebbero un turno in meno.
A questo punto, dato quasi per certo che secondi non potremo più arrivare, meglio conservare le energie per le due finali di Coppa, che ormai non sono lontane: 11 e 25 aprile.
Ecco, forse se l’Alessandria ha un po’ rallentato il ritmo contro la mediocre Lucchese, i motivi possono essere questi: l’età media del gruppo e la diversa importanza, in prospettiva, degli impegni da affrontare.
Penso che Marcolini debba, saggiamente, valutare tutti questi fattori e scegliere per il meglio.
Non dimentichiamo poi che i play-off inizieranno l’11 maggio per arrivare alla finale del 16 giugno (ricordate il caldo di Firenze?) e sarà quello il momento in cui bisognerà essere al meglio della condizione psico-fisica nonostante il clima.
Massimo Taggiasco