Questo non è calcio: o tutti o nessuno!
L’amichevole dei grigi con la Sampdoria era una bellissima occasione per vedere all’opera la nuova Alessandria e, soprattutto, per tornare al Moccagatta.
Eppure, su 1000 biglietti disponibili, ne sono stati venduti appena 525.
Un esperimento che si è tradotto in un vero fallimento.
La verità è una sola: questo non è calcio e i tifosi lo hanno capito.
Il calcio è passione, è spettacolo, è la gioia di stare insieme, di vivere uniti l’amore per la squadra del cuore.
Che senso ha uno stadio “popolato” da qualche sparuto “peone” disperso nella vastità delle gradinate?
E i continui “ordini” degli stuart a stare seduti, a non cambiare posto, a tenere indosso la mascherina anche se il più vicino spettatore era a 10 metri di distanza? Peggio che all’asilo. E con quale autorità?
Basta con questa buffonata.
Se non è possibile garantire l’incolumità degli spettatori, piuttosto, si continui a porte chiuse.
Conte, inteso come il premier, ha detto che la riapertura degli stadi, al momento, è “inopportuna”: e allora che senso ha far entrare 1000 persone?
Questa via di mezzo non rassicura nessuno, anzi l’evidente, implicita incapacità di decidere e tutelare genera ancora più timore e infatti il pubblico ha disertato il Moccagatta.
Anche perché tutto questo insieme di controlli, ordini, divieti, schedature sembra, con la scusa del virus, più che un sistema di tutela degli spettatori, l’ennesimo giro di vite per criminalizzare i tifosi.
Siamo arrivati addirittura alla registrazione dei documenti di tutti gli spettatori, così come previsto dall’ordinanza del ministero dell’interno!
Almeno, siamo ancora liberi di dire che tutto questo non ci piace?
Massimo Taggiasco
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