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Cinema – I pallini della settimana

scimmieApes Revolution-Il pianeta delle scimmie Come nel primo capitolo, anche qui la pellicola è Cesare, che oscura tutto e tutti con la sua personalità, nonostante il rancoroso Koba riesca, in più di un’occasione, a rubargli la scena, seguito dal saggio e pacato orango. Nel settore umani, invece, si equivalgono più o meno tutti, con interpretazioni decenti, che non resteranno nella storia del cinema. Ma visto che il fulcro è rappresentato dalle scimmie e dai loro comportamenti, la non incisività degli attori Sapiens non disturba più di tanto. Nel suo genere, riuscito, grazie anche ai notevoli effetti scimmieschi.
3/5

I mercenari 3 – The Expendables GerontoSilvestro sparalesto Stallone è encomiabile dal punto di vista dell’impegno (tenta anche di sorridere e di dispiacersi, ma il volto assume i connotati di una maschera quasi demoniaca). Ciò non è però sufficiente a giustificare un terzo episodio sparatutto condito con le solite vecchie glorie ingessate e qualche new entry (Gibson è accettabile). In più, la squadra di giovani della generazione digitale (Stallone è ancora analogico) non aggiunge nulla, anzi, toglie spazio alle simpatiche cariatidi (velo pietoso sul logorroico finto giovane Banderas). Si può vedere, ma meglio finirla qui (perseverare con altri episodi sarebbe diabolico).
2/5

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Il fuoco della vendetta – Out of the Furnace Pellicola che si regge quasi totalmente sulle varie interpretazioni e sullo squallore di un’ambientazione che deprimerebbe anche il Re degli ottimisti. Purtroppo però, la macchina filmica tende ad arrancare, rischiando di appesantirsi eccessivamente. Per fortuna, alcune accelerazioni e la totale bastardaggine del cattivo di turno riescono a rivitalizzarla, accompagnando lo spettatore fino all’inevitabile scontro finale, senza però avergli fatto prima sentire tutto il peso di una situazione drammatica già prima del fattaccio. Meglio il fratello e il montanaro carogna di Bale. Non male, dopotutto.
2,5/5

Liberaci dal male Parte bene questa pellicola, con una inquietante ripresa in grotta; e prosegue a un buon livello fino ai primi problemi nella casa del protagonista (la figlioletta presa di mira). Poi però, come spesso accade quasi inevitabilmente, tutto torna sui classici binari della possessione standard. Ed è qui che si perde quella tensione accumulata grazie a una regia di mestiere, che con alcuni flash riusciti aveva precipitato lo spettatore nel demoniaco oblio. Comunque, nel complesso non è male, grazie anche alle convincenti interpretazioni.
2,5/5

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