Manueli: “Ad Alessandria ricordi vivi ed indelebili nella mia mente e nel mio cuore”
Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Luigi Manueli, centrocampista dell’Alessandria, dalla stagione 1969/1970 all’annata 1974/1975 e dalla stagione 1983/1984 all’annata 1986/1987.
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Manueli quali sono i suoi ricordi delle stagioni in cui ha vestito la maglia dell’Alessandria?
Ho tantissimi ricordi che mi legano all’Alessandria Calcio: quando avevo tredici anni, dal mio paese natale, Viguzzolo, sono andato a giocare nel settore giovanile dell’Alessandria, allenato, in quegli anni, da Giuseppe Cornara. Ricordo, come fosse oggi, il giorno in cui ho svolto il primo allenamento. Il mio esordio in prima squadra era stato nella stagione 1969/1970: ricordi che sono vivi ed indelebili nella mia mente e nel mio cuore.
La stagione 1973/1974 era culminata con la promozione in Serie B.
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Quella stagione rappresenta l’apice delle annate in cui ho vestito la maglia dell’Alessandria. Un annata straordinaria con una squadra molto forte formata da un mix di giocatori giovani e calciatori di una certa esperienza: era stato un anno favoloso con Dino Ballacci come allenatore.
Nella stagione 1974/1975 l’Alessandria dopo lo spareggio perso con la Reggiana era tornata in Serie C.
Era stata un’annata abbastanza tribolata in cui fino a metà stagione eravamo andati abbastanza bene. Successivamente gli infortuni avevano falcidiato la squadra, come successe anche nello spareggio con la Reggiana in quel di Modena.
Nell’estate del 1975 Manueli lasciò l’Alessandria per approdare a Varese.
Fu una scelta che non dipese dal sottoscritto. Il Presidente Sacco aveva venduto Manueli e Dalle Vedove al Varese. Dopo l’esperienza nella squadra lombarda avevo girovagato andando a giocare in ambienti in cui mi sono trovato molto bene: cito Atalanta e Verona. Dopo nove anni avevo fatto il mio ritorno ad Alessandria.
Nell’estate del 1983 come era maturata la scelta di ritornare ad Alessandria?
Quando l’Alessandria mi aveva cercato ho accettato subito. Vi era la famiglia Calleri al comando della società grigia con una buona squadra. Decisi di ritornare ad Alessandria credendo nel progetto ma purtroppo il primo anno, 1983/1984, avevamo perso il campionato con il Livorno e poi le successive stagioni sono state abbastanza tribolate.
Nell’estate del 1987 Manueli lasciò l’Alessandria per accasarsi alla Saviglianese.
Avevo ancora 1 anno di contratto ad Alessandria ma le acque in città non erano buone. Avevo ricevuto una proposta direttamente dal Presidente del Savigliano e accettai quella soluzione.
Nella sua carriera da calciatore quale è stato l’allenatore che ricorda con maggiore affetto?
Osvaldo Bagnoli, allenatore che sposava quelle che erano le mie idee trattando tutti i componenti della rosa nella stessa maniera. Era una persona schietta.
Nel 1989 Manueli iniziò la sua carriera da allenatore presso l’Alessandria Calcio.
Mi era venuto a cercare Baucia, che all’epoca, dirigente del settore giovanile. Alla giuda della società vi era Gino Amisano. Ero stato contattato ed ero molto felice di intraprendere quella nuova esperienza in cui sono stato molto bene e in cui si lavorava molto bene.
Nel settore giovanile dell’Alessandria quale era stato il suo punto più alto?
In quegli anni dal settore giovanile dell’Alessandria sono usciti calciatori che hanno calcato, nella loro carriera, campi importanti, come ad esempio Valerio Bertotto ed Emiliano Maddè. L’apice era stato quando, alla guida della formazione Berretti, avevamo conquistato la partecipazione alla fase nazionale.
Manueli ha fatto parte degli allenatori del settore giovanile dell’Alessandria fino al 2013.
Esatto. Ero stato anche responsabile del settore giovanile nell’annata precedente, nel 2012. Nel 2013 la società aveva altre idee e il rapporto con l’Alessandria Calcio terminò.
Ha seguito le vicende dell’Alessandria degli ultimi anni? Quale opinione si è fatto?
Pensavo che l’Alessandria potesse andare in Serie B: questo pensiero lo avevo già sette anni fa. Tutti gli anni la squadra viene allestita ed attrezzata per effettuare il salto di categoria ma c’è sempre un qualcosa che impedisce la vittoria del campionato. Questa stagione, complice la pandemia che stiamo tutti vivendo, è caratterizzata da un campionato anomalo. L’Alessandria perde molto a non avere il pubblico al Moccagatta perché avere i tifosi grigi presenti sugli spalti porta diversi punti in classifica.
Molti addetti ai lavori considerano la Serie C attuale di livello inferiore rispetto alla terza serie degli anni passati: quale è la sua opinione?
E’ sempre difficile fare questi discorsi. Il calcio è cambiato. Il gioco del calcio negli ultimi anni è diventato molto più atletico, più tattico mentre nelle annate passate contava molto di più la tecnica. Ho visto qualche partita, alla televisione, della Serie C e non ho visto un gran calcio. Negli anni addietro si giocava meglio. Tecnicamente le partite erano più spettacolari, adesso vi è troppa tattica mentre, quando ero calciatore, vi era più tecnica: ho giocato con Arrigo Dolso, nella Serie C attuale un calciatore con quelle caratteristiche non si vede più.
Manueli ha nel suo palmares, la vittoria del campionato con il Verona, in Serie B.
Quando sono andato via da Alessandria avevo vissuto ottime stagioni ottenendo una promozione con Genoa, con allenatore Gigi Simoni, dalla Serie B alla Serie A. Ero andato a Verona e avevo conquistato la vittoria del torneo, nella stagione 1981/1982. Ho vissuto sempre delle buone annate.
Quali sono i suoi ricordi della Gradinata Nord?
La tifoseria dell’Alessandria trascina ed è abbastanza critica. Se la squadra non rende si sente il pubblico addosso ai giocatori. Devo dire che una tifoseria cosi calda e vicino alla squadra non l’ho mai vista nella mia carriera da calciatore: posso solo parlare bene della tifoseria alessandrina.
Cosa c’è nell’attualità di Luigi Manueli?
Quando avevo lasciato l’Alessandria, nel 2013, abbandonai il mondo del calcio.
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