In questa squadra qualcuno conosce la parola dignità?

Noi siamo l’Alessandria!
Qualcuno, di quelli che comandano, se lo ricorda ancora?
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Abbiamo passato la settimana a parlare di questa insensata festa di inaugurazione (a pagamento!) di uno stadio che ha una capienza sempre uguale e dove in rettilineo e curva continueremo a bagnarci, perché intanto, a stare comodi e asciutti, saranno gli ospiti dell’inutile pitch-view, la zona dei tifosi finti (ma col portafoglio gonfio).
In attesa di questo spettacolo che, parole di Di Masi, “sarà ricordato per decenni” (ma chi saranno gli ospiti, i Rolling Stones o Benedetta Parodi?) noi per decenni ci ricorderemo di un campionato buttato via con 13 punti di vantaggio al giro di boa e di quello successivo dove ci siamo trovati, dopo 13 partite, a lottare per non retrocedere in serie D.
Dimenticavo, l’inaugurazione è marketing, lo spettacolo deve andare avanti.
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Ma non lo vedete lo spettacolo che mettete in scena ad ogni turno di campionato?
Gli amici di Orgoglio Grigio hanno chiesto, giustamente, la testa di Sensibile, reo di aver costruito una squadra senza capo né coda.
Ma di questo tal Stellini non vogliamo parlare? Che ci sta ancora a fare?
Ci ha messo tre mesi per far giocare una formazione con una logica appena sensata, vincendo finalmente una bella partita e allora cosa ha fatto, questo piccolo Einstein incompreso del calcio italiano?
Squadra che vince si tocca e allora , dopo aver pronunciato la storica frase “adesso se pesco nel mazzo, so che trovo il meglio” a Lucca ha cambiato per l’ennesima volta modulo e formazione, rimediando un’altra figuraccia contro una squadra di metà classifica cui mancavano sei (ripeto sei) titolari.
Ma lo fa apposta, ci è o ci fa?
Questo se ne deve andare al più presto, prima che faccia danni irreparabili!
Noi siamo l’Alessandria, ricordatevelo!, una maglia, una storia, una passione, un modo di vivere il calcio.
L’Alessandria non è un marchio da vendere, non è un supermarket da pubblicizzare, non è un centro commerciale.
L’Alessandria è il blasone e la dignità di una vicenda sportiva e di una città che nulla hanno a che vedere con questo scempio che stiamo vivendo.
Basta feste, basta parole, basta presunzione: c’è un campionato da salvare, raggiungendo almeno i play-off.
Via gli incapaci, mettiamo in campo cuore, orgoglio e dignità.
Noi siamo l’Alessandria!
Massimo Taggiasco